Il mistero
L’assenza di mistero della nostra vita moderna è la decadenza e la nostra povertà. Una vita umana ha tanto valore per quanto rispetta il mistero. Nella venerazione del mistero, un uomo conserva qualcosa della sua infanzia. I bambini hanno occhi così aperti e vigili perché sanno di essere circondati dal mistero. Non si sono ancora perfettamente adattati a questo mondo, non sanno ancora ottenere il successo ed eludere i misteri, cosi come noi sappiamo fare. Noi distruggiamo il mistero, perché abbiamo il presentimento che qui incorreremmo in un limite del nostro essere, perché vogliamo disporre ed essere signori di tutto, e proprio questo non è possibile con il mistero. Il mistero ci crea disagio, perché noi non siamo a casa nostra in sua presenza, perché esso parla di un *essere a casa+ che è diverso da quello che intendiamo noi. Vivere senza mistero significa non saper niente del mistero della nostra stessa vita, del mistero dell uomo, del mistero del mondo; significa non dare importanza all'altro uomo e al mondo: significa restare in superficie. Significa prendere sul serio il mondo solo quel tanto che può essere gettato al calcolo e sfruttato, non risalire indietro rispetto al mondo del calcolo e dell'utilità. Vivere senza mistero significa non vedere assolutamente i fatti decisivi della vita o addirittura negarli. Non vogliamo sapere che le radici dell'albero stanno nell’oscurità della terra, che tutto quanto vive alla luce proviene dall’oscurità e dal mistero del grembo materno, che anche tutti i nostri pensieri, tutta la nostra vita spirituale, viene dal mistero di una oscurità nascosta, così come la nostra vita e ogni vita. Non vogliamo sentire che il mistero è la radice di ogni cosa concepibile, chiara, evidente. E se lo sentiamo, vogliamo affrontare questo mistero, lo vogliamo ridurre alle nostre unità di misura e di spiegazione, lo vogliamo sezionare, e risulta che in questo modo uccidiamo la vita e non scopriamo il mistero.
Il mistero resta mistero. Si sottrae alla nostra presa.
Ma ora mistero non significa semplicemente non sapere qualcosa. Non è la stella più lontana ad essere il più grande mistero, ma al contrario tanto più vicino ci è una cosa, tanto meglio sappiamo qualcosa, tanto più misterioso questo diventa per i noi. Non è l’uomo più lontano ad essere per noi il mistero più grande ma proprio il più vicino. E il suo mistero non diminuisce ai nostri occhi per il fatto che noi continuamente sappiamo qualcosa di lui; al contrario la sua vicinanza, ce lo rende sempre più misterioso. Si ha la massima profondità di ogni mistero quando due giungono ad essere così vicine fra di loro da amarsi reciprocamente. In nessuna situazione del mondo l’uomo avverte come in questa la forza del mistero e il suo dominio. Quando due persone sanno tutto l’una dell’altra, il mistero della vita diventa fra di loro infinitamente grande. E solo in questo amore si comprendono reciprocamente, sanno tutto l'una dell'altra, si conoscono per intero. Eppure, quanto più si amano e quanto più sanno l'una dell'altra nell'amore, tanto più profondamente si rendono conto del mistero della loro vita.
Dunque il sapere non supera il mistero, ma lo approfondisce. Che l’altro mi sia così vicino, questo è il mistero più grande.
D. Bonhoeffer